“Uomini, ominicchi e umanoidi”
“Uomini, ominicchi e umanoidi”, la commedia di Danilo Napoli ci ha fa riflettere con leggerezza sulla condizione dell’uomo moderno, sia come essere individuale che sociale. Nella società in cui siamo immersi sembra contare molto l’apparenza: allora creiamo un’identità digitale sui social, ci scattiamo qualche selfie e condividiamo la foto monitorando il numero di “mi piace”. Lo sviluppo della tecnologia però non riesce a sottrarci dalle nostre curiosità esistenziali. Chi siamo realmente? La persona che sorride sui social? L’essere sociale? Oppure mostriamo la nostra essenza nella solitudine? Ed ecco che il teatro ci sorprende; in questa grande finzione attori e spettatori provano a scorgere la verità e solo alla fine si comprende il vero motivo del titolo: crediamo di essere uomini (con la U maiuscola), in realtà lontano da occhi indiscreti di altre persone siamo ominicchi ma la società ci vorrebbe umanoidi. La riflessione identitaria è il fulcro di quest’opera, l’ilarità accompagnerà lo spettatore lungo il tragitto e dopo aver raggiunto la meta sarà lo stupore a pervadere nell’animo.